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Problemi cinesi nell’acciao

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cinesiLa Cina ha una struttura economica che, per come è costruita, rende difficile aggiornare le fabbriche. Infatti, è più economico chiudere quelle vecchie esistenti e crearne di nuove.

Ma questa situazione, adesso che si propone su larga scala, sta generando paura e violenza. La parte nord est del Paese, quella nota come Manciuria, una volta era chiamata "la cintura del'acciaio", perché fu lì che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, furono costruite le industrie pesanti di base, che però hanno sempre prodotto acciaio di bassa qualità ma in grande quantità. Oggi però serve acciaio di alta qualità, che viene prodotto in basse quantità. E quindi il governo ha deciso di dismettere queste industrie, dando agli operai ben poco con cui vivere.
Il risultato sono stati gli scontri, avvenuti nel week end, quando 30 mila operai infuriati della Tonghua Iron and Steel, una di queste società metalmeccaniche, si sono scontrati con la Polizia, intervenuta per farli sgomberare. Gli operai protestano perché il governo ha venduto l'azienda ai privati, che hanno annunciato il licenziamento di migliaia di loro, a cui è stata promessa solo una sorta di cassa integrazione di 200 yuan al mese (poco più di 20 euro) cifra assolutamente insufficiente per vivere; mentre solo l'anno scorso il direttore della fabbrica ha ricevuto un premio di 3 milioni di yuan (300 mila euro. A capo della polizia intervenuta c'era proprio il direttore della fabbrica, che prima è stato colpito violentemente durante gli scontri con le forze dell'ordine; dopo di che i manifestanti hanno rifiutato la possibilità di intervenire a medici ed ambulanze.
Ed oggi si viene a sapere che il governo locale ha bloccato la procedura di vendita della fabbrica ai privati. Sperando che questo basti a calmare l'animo degli operai.

 

Tratta da www.julienews.it   Antonio Rispoli